13.12.2022
Nell’ordinamento giuridico italiano le fonti della successione sono soltanto due: il testamento e la legge. Se il defunto non ha lasciato testamento (o se questo è invalido), è dunque il codice civile a dettare le regole per la ripartizione del suo patrimonio. Ecco come
Come funziona la linea di successione
Ai sensi dell’art. 565 del codice civile, le categorie di persone chiamate per legge alla successione (cosiddetti successibili) sono il coniuge (a cui sono equiparati la persona unita civilmente e il coniuge separato senza addebito), i discendenti (figli, nipoti ex filio, etc.), gli ascendenti (genitori, nonni, etc.), i collaterali (fratelli/sorelle, nipoti ex fratre/ex sorore, cugini, etc.), gli altri parenti e lo Stato, in un ordine ben preciso.
Tale ordine è governato, essenzialmente, da due principi: da un lato, il principio lineare, per cui la linea discendente esclude la chiamata della linea ascendente e quest’ultima esclude la chiamata della linea collaterale (salvi i casi di concorrenza); e, dall’altro lato, il principio del grado, in base al quale, nell’ambito della stessa linea, il parente più vicino esclude, di norma, il più lontano.
Eredità ex lege: la posizione del coniuge del defunto
Il primo chiamato all’eredità ex lege è dunque il coniuge del defunto che, in assenza di figli, ascendenti e fratelli/sorelle di quest’ultimo ha diritto all’intero patrimonio. Qualora, invece, oltre al coniuge, siano presenti anche i figli del de cuius, il coniuge ha diritto a metà dell’eredità ove concorra con un solo figlio e a 1/3 ove invece siano presenti più figli.
In assenza di figli ma in presenza di ascendenti e/o fratelli / sorelle del defunto, al coniuge superstite sono invece devoluti i 2/3 dell’eredità.
Al coniuge sono inoltre riconosciuti il diritto di abitazione sulla casa familiare e il diritto di uso dei beni mobili in essa collocati.
Nulla è viceversa dovuto al coniuge divorziato, mentre al coniuge separato con addebito è attribuito soltanto un assegno qualora sia stato riconosciuto, a suo vantaggio, il diritto agli alimenti e ne benefici al momento dell’apertura della successione.
Eredità ex lege: la posizione dei discendenti
Per quanto riguarda la linea discendente, ai figli è riservato (in parti uguali) l’intero patrimonio, laddove non ci sia alcun coniuge superstite del defunto; in caso contrario, all’unico figlio spetta metà dell’eredità mentre, se i figli sono più di uno, ad essi vengono attribuiti i 2/3 dell’eredità (da dividersi in parti uguali tra loro). Come si può notare, dunque, i figli del de cuius possono concorrere con il coniuge in vita, mentre, da un lato, la loro chiamata esclude quella delle altre linee (principio lineare) e, dall’altro lato, i figli del defunto, quali parenti più vicini, escludono la chiamata dei nipoti ex filio (principio del grado), salva l’applicazione del meccanismo della rappresentazione, per cui ove i figli del de cuius non possano o non vogliano accettare, subentreranno al loro posto i rispettivi discendenti (quindi, i nipoti ex filio del defunto).
Eredità ex lege: la posizione degli ascendenti
Gli ascendenti, invece, sono chiamati alla successione del defunto solo qualora quest’ultimo non abbia discendenti; essi possono concorrere con il coniuge superstite e con i fratelli/sorelle del de cuius, mentre la loro presenza esclude la chiamata degli altri parenti.
Per sommi capi, se il de cuius non ha né coniuge, né fratelli/sorelle:
- laddove siano in vita entrambi i suoi genitori, l’eredità viene divisa in parti uguali tra di loro;
- in caso di unico genitore superstite, l’intero patrimonio è devoluto a quest’ultimo;
- in caso di premorienza di entrambi i genitori, l’eredità che spetterebbe loro viene devoluta per metà agli ascendenti in linea paterna e per metà agli ascendenti in linea materna, se di pari grado, altrimenti all’ascendente più vicino.
Nell’ipotesi in cui, invece, un soggetto deceda lasciando, oltre agli ascendenti (i) soltanto il coniuge, ai primi spetta 1/3 del patrimonio ereditario, (ii) il coniuge e i fratelli / sorelle, agli ascendenti spetta ¼ dell’eredità e (iii) soltanto i fratelli / sorelle, gli ascendenti avranno diritto alla metà dell’asse ereditario.
Eredità ex lege: la posizione dei fratelli e delle sorelle
Come per gli ascendenti, anche i fratelli e le sorelle sono chiamati a succedere soltanto in assenza di discendenti del defunto e, anch’essi, possono concorrere con il coniuge superstite e con i genitori.
Ai fratelli / sorelle, in particolare, spetta:
- in assenza di coniuge e ascendenti, l’intera eredità da dividersi in parti uguali;
- in presenza del solo coniuge, 1/3 del patrimonio, da dividersi in parti uguali;
- in presenza dei soli ascendenti, la metà del patrimonio ereditario;
- in concorso con coniuge e ascendenti, la rimanenza rispetto ai 2/3 destinati al coniuge e a ¼ di spettanza degli ascendenti.
Eredità ex lege: la posizione degli altri parenti e dello Stato
Infine, quando il defunto non abbia coniuge, discendenti, ascendenti, fratelli / sorelle (né possa applicarsi l’istituto della rappresentazione, consentendo ai discendenti di fratelli / sorelle di subentrare al loro posto), viene chiamato alla successione il parente più prossimo, fino al sesto grado; in mancanza, l’intera eredità verrà devoluta allo Stato.